La Storia
Giovanni Negri possiede intelligenza ed adeguata capacità tecnica, abilità nello scegliere i soggetti, conoscenza dei luoghi, che sa confrontare con altre città: non a caso edita nel 1906 un proprio “Catalogo delle vedute stereoscopiche recentissime e tutte animate delle Principali città d’Italia e parte dell’Estero”. Il laboratorio diviene bottega d’artigiano della luce, ospitando, come recita una griffe promozionale, “perfezione di strumenti e tecnica abilità nell’adoperarli”.
Nello studio di Giovanni Negri – che apre ben presto a Gargnano, sul lago di Garda, un nuovo studio, dedicandosi a documentare le sponde lacustri – si affianca il figlio Umberto, che lo sostituisce sin prima della morte. Grandi industrie e laboratori artigianali, luoghi della sciabilità operaia e dei capitani d’impresa costituiscono per Umberto Negri (che già nel 1909 vince un importante premio) un sempre rinnovato spazio fotografico-compositivo.
Lo Studio Negri batte le province lombarde, documenta l’ergersi di colossi industriali, lo svilupparsi di linee di comunicazione e l’ideazione di campagne pubblicitarie. Le immagini celebrano con naturalezza permanenza e trasformazione del paesaggio e dell’industria: insieme ai volti storici compaiono quindi, coinvolti nel rumore del moderno che avanza, i fondali urbani dell’ultima generazione, treni, tram, automobili e navigli, i macchinari e gli utensili nelle loro innovazioni secolari, i prodotti dell’Ottocento e del Novecento.
Così lo Studio Negri, con il genero di Umberto, Costantino Squassoni (fotografo dal 1960) e, dal 1982, con suo figlio Mauro prosegue la sua attività: un nome che rappresenta manifesto della storia, donazione poetica e inesausto scrigno dell’immaginario della storia economica e sociale italiana.
Per la gestione e la promozione dell’archivio fotografico nell’anno 1993 nasce la Fondazione Negri.